Articolo a cura del Dott Lino Santilli, fisioterapista e osteopata HeALclinic
Se vuoi vivere beato non guardare il passato…ma il passato è la storia e, se letta correttamente, può aiutare a risolvere i problemi del presente, se solo fossimo in grado di adattare i suoi insegnamenti in base al mondo in cui viviamo oggi.
La storia dell’osteopatia nasce con il Dott. Andrew Taylor Still, medico statunitense (1828-1917) fondatore della medicina osteopatica.
Figlio di medico, studia medicina, appassionato di biomeccanica e di anatomia, in seguito ad una circostanza in cui si trovò costretto a dormire con il collo poggiato su una corda tirata tra due alberi, non avendo a disposizione altri appoggi, notò al risveglio di essere guarito improvvisamente da una cefalea cronica. Capì allora che la pressione esercitata dalla corda gli aveva inibito l’azione del grande nervo occipitale, rilasciando la tensione dei muscoli del collo e migliorando il drenaggio vascolare della testa.
Still credeva che l’osteopatia fosse una scoperta necessaria perché le pratiche mediche del momento causavano un danno rilevante sui pazienti. Inventò il nome Osteopatia con lo scopo di comunicare la sua teoria: “la malattia e la disfunzione fisiologica sono state eziologicamente basate su un sistema muscolo- scheletrico disorganizzato”. Così, mediante la diagnosi e la cura dello stesso, credeva che i medici potessero trattare una varietà di malattie evitando l’utilizzo dei farmaci.
Gli anni passano e lo studio di queste teorie continua a far crescere nuovi osteopati: intorno al 1950 si struttura un concetto di osteopatia in cui il ragionamento sulla meccanica articolare diventa sempre più solido, ed adattato al momento storico. Ricordiamo tra i più famosi, John Wernam e Alain Bernard, primo osteopata che praticò l’osteopatia in Italia, e che abbiamo avuto la fortuna di avere avuti come maestro.
Alain sosteneva che l’osteopatia è bella se la si vede in maniera semplice, ma non trascurava l’aspetto emozionale del paziente: “le spiegazioni meccaniche riducono l’uomo ad una povera dimensione…se devi curare una sciatica, un colpo della strega, un dolore all’anca ecc., è necessario ricordare che lì dove c’è il sintomo c’è una zona che va in sovraccarico rispetto ad una zona adiacente rigida”, ovvero ciò che abbiamo imparato a riconoscere come una ipermobilità di compenso; quindi, un trattamento manipolativo a distanza rispetto la zona del dolore.
Ed è proprio questo che permette di rispondere spesso in maniera affermativa alla richiesta dei nostri pazienti rispetto la possibilità del nostro intervento in fase acuta del dolore. Tutto questo risulterà essere il frutto di un razionale osteopatico.
I CONCETTI NON CURANO LE PERSONE, MA UNA TECNICA PRIVA DI CONCETTI NON PUÒ ASSURGERE AL RUOLO DI TERAPIA.
Semplice, vero?
Per lui tutto era semplice ed ogni paziente doveva avere il suo trattamento in base alla biotipologia (di fatto, lo studio della tipologia costituzionale dell’individuo, di natura embriologica): se avessi mal di testa o dolore al collo o mal di schiena, causati da un’anomalia dell’apparato gastro intestinale, è necessario trattare quest’ultimo dal punto di vista biomeccanico e neurologico tramite tecniche manuali. E questo approccio ci riporta alla medicina cinese, secondo la quale un inverno molto piovoso porta coliti a primavera; colite trascurata nel tempo si trasforma in lombalgia.
Per lui tutto era così semplice.
Ma loro vivevano un periodo dell’Italia in cui il boom economico era importante, c’era voglia di crescere, ottimismo molta energia che portava le persone ad affaticarsi e a bloccarsi in una articolazione rispetto ad un’altra , e il nostro Alain trattando circa 40 pazienti al giorno dava loro quello sblocco e liberazione con un thrust che serviva a farli ripartire
Gli anni passano, l’evoluzione storica, politica ed economica degli ultimi 40 anni ha generato negli individui una grande incertezza del futuro e una difficoltà a provvedere alla necessità della vita quotidiana conseguentemente è aumentato il livello di stress. I dolori articolari o blocchi sono sempre più associati a tensioni psicosomatiche (bruxismo, insonnia, dolori diffusi, tachicardia, gastriti e coliti croniche).
L’osteopatia deve tenerne conto.
I principi osteopatici sono semplici ma bisogna saperli applicare ed adattare al mondo che cambia come la storia ci insegna.